Certosini che litigano con i collegnesi
I rapporti fra i Certosini (i monaci che abitarono nella Certosa Reale di Collegno per più di duecento anni) e i collegnesi furono difficili e litigiosi fin dall’inizio. Come se non bastasse, la maggior parte di queste dispute si risolse a favore dei monaci e questo grazie all’intervento di Casa Savoia. Ve ne racconto qualche esempio.
Prima puntata
Lite con il conte Provana
Nel 1643 (solo due anni dopo l’arrivo dei certosini a Collegno) una lite contrappose i monaci ed il conte Provana. Il conte fece chiudere la diramazione del fosso che portava acqua alla Certosa asserendo che tale acqua fosse di sua pertinenza per beneficio feudale e che il suo utilizzo fosse stato concesso ai monaci solo ed esclusivamente per sua liberalità. I monaci ne avevano approfittato ampliando la bocchetta con il risultato che tutta l’acqua confluiva in Certosa invece di passare nei giardini del conte. I certosini allora si rivolsero a Madama Reale che impose ai contendenti di trovare un accordo prendendo l’acqua a giorni alterni (i certosini il martedì, giovedì e sabato ed il conte gli altri giorni). Pensate che questa ripartizione dell’acqua fu rispettata non solo dai padri certosini, ma, successivamente, anche dall’Ospedale Psichiatrico.
Seconda puntata
Piazzale Maria Cristina di Francia
Questo piazzale si trova proprio di fronte al Portale Monumentale realizzato su progetto di Filippo Juvarra nel 1737. Si trattava dell’ingresso destinato alle massime autorità sia civili che ecclesiastiche che intendevano rendere visita alla Certosa. Ovviamente questi personaggi sarebbero arrivati in carrozza, ma la strada antistante il portale non era larga a sufficienza. Serviva uno spazio di manovra. I padri certosini decisero di realizzare un semiciclo acquistando un cortile rustico che si trovava proprio di fronte ed apparteneva ai fratelli Giovanni Battista e Giovanni Bertero ed offrirono loro il giusto prezzo (considerato che il valore era di circa 30 lire). I Bertero però non erano interessati a vendere questo piccolo lotto e rifiutarono. I certosini sollecitarono l’intervento di Sua Maestà Carlo Emanuele III che impose ai Bertero la vendita del lotto al monastero al prezzo di 100 lire. La questione fu risolta con soddisfazione di entrambe le parti: i certosini ottennero il pezzo di terra (a caro prezzo però) ed i Bertero fecero un affare.
Fonte: “Frammenti di storia di Collegno” – Opera postuma di Giuseppe Gramaglia a cura di Marisa e Manuel Torello