Mario Merz , “Sensazioni 3”

Differenti sensazioni 3

DIFFERENTI SENSAZIONI 3
1984

Intervento pittorico su parete: pittura applicata a pennello e spray, gessetti e elementi applicati (metallo e neon)
475 x 396 cm

📌 Ex-Padiglione 14, Lavanderia a Vapore – Corso Pastrengo, 51, 10093, Collegno TO

Per visite all’opera contattare: ufficio.cultura@comune.collegno.to.it 011 401 5226 – 5311 – 5221


/Descrizione/

Differenti Sensazioni 3èun dipinto murale realizzato da Mario Merz nel 1984, dopo la chiusura definitiva del manicomio. L’intervento pittorico fu realizzato nell’ambito di una manifestazione dal titolo “Differenti sensazioni. Rassegna di teatro e di arti visive”, organizzata da Stalker Teatro, una delle varie iniziative di stampo culturale che a partire dagli anni ’70 videro impegnati artisti e intellettuali nel dibattito sulla riabilitazione della malattia mentale, anche mediante una nuova appropriazione degli spazi che erano stati lo scenario della vita manicomiale.
A questo significativo valore civile e simbolico della testimonianza artistica realizzata da Mario Merz si unisce la qualità dell’evento espositivo in cui fu presentata l’opera, all’interno di una mostra concepita e realizzata insieme a Gilberto Zorio. Entrambi gli artisti si impegnarono in prima persona per “la liberazione delle mura manicomiali” organizzando veri e propri laboratori artistici. L’iniziativa rappresenta anche oggi una testimonianza significativa dell’esperienza artistica di due dei principali esponenti del movimento dell’Arte Povera, il cui impatto era in corso di affermazione a livello internazionale.
Proprio in quegli anni la Certosa di Collegno diventò un luogo di pubblico accesso e polo di grande interesse artistico e culturale.
Il lavoro di Mario Merz Differenti Sensazioni 3 è caratterizzato da una sequenza di stesure pittoriche, tratti grafici e elementi applicati che, su un fondo di colorazione chiara, contribuiscono alla creazione di un grande volto. La cromia prevalente, costituita da campi rossi, argento e nero è stata applicata su muro attraverso spray e arricchita successivamente con tratti realizzati con gessetti di diversa cromia. A completamento del lavoro pittorico sono stati inseriti nella zona centrale tra gli occhi, due elementi applicati: una scultura in metallo nera e un neon. Tutte le finiture sono state realizzate con gesti rapidi e solo nel caso del cono rosso centrale, l’artista ha sfruttato un elemento sagomato per guidare il suo lavoro e ottenere una forma geometrica dal profilo regolare.
L’intervento di restauro del dipinto murale è attualmente in corso grazie alla collaborazione con la Fondazione Merz e il sostegno di Fondazione CRT.


/Bio/

 

Mario Merz

 

Mario Merz nasce il 1gennaio 1925 a Milano e si trasferisce ancora bambino a Torino con la famiglia, di origine svizzera. Durante la II Guerra Mondiale abbandona gli studi universitari di Medicina e partecipa attivamente alla lotta anti-fascista.
Nel 1954 inaugura la sua prima personale, presso la Galleria La Bussola di Torino.
A metà anni Sessanta la ricerca di Merz evolve verso una sperimentazione che lo porta a realizzare le “pitture volumetriche” (Mila Pistoi), costruzioni di tele che inglobano object trouvés, materiali organici o industriali, il cui inserimento nell’opera contribuisce a collocare l’artista tra i protagonisti dell’Arte Povera.
Dagli anni ‘70 la serie numerica di Fibonacci – progressione in cui ogni cifra è la somma delle due precedenti (0,1,1,2,3,5,8,13,21…), individuata nel 1202 dal matematico pisano Leonardo Fibonacci
– è presenza fissa nell’opera di Merz. L’artista la interpreta come emblema della dinamica relativa ai processi di crescita del mondo organico, collocando nei propri lavori le cifre realizzate in neon.
Le grandi mostre degli anni Ottanta (Palazzo delle Esposizioni di San Marino, 1983; Guggenheim di New York, 1989; Castello di Rivoli e Museo Pecci a Prato, 1990) sono caratterizzate dal riemergere di una pratica pittorica che assume sempre maggior rilievo, a cui fa seguito una fase caratterizzata da un ritorno all’essenzialità della materia e del segno. Nel 2001 partecipa a Zero to Infinity: Arte Povera 1962-1972, la prima antologica sull’Arte Povera nel Regno Unito organizzata dalla Tate Modern di Londra e dal Walker Art Center di Minneapolis. Delle numerose onorificenze assegnategli, particolarmente significative sono la Laurea Honoris Causa dal Dams di Bologna nel 2001 e il Premium Imperiale dalla Japan Art Association nel 2003, anno in cui viene a mancare.

Scopri di più! >https://www.fondazionemerz.org
https://www.fondazionemerz.org/wp-content/uploads/2022/02/MRM-bio-narrativa_IT.pdf

 

Ultimo aggiornamento: 22/04/2024, 16:18

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