Giardini e Parchi Pubblici

Spazi verdi, giochi, benessere

Giardino Carlo Collodi

Dove

Descrizione

Personaggi del Giardino Carlo Collodi

Linea temporale del Parco 

Alberi Presenti:

Acer platanoides: 1
Carpinus betulus: 53
Catalpa bignognoides: 11
Celtis australis: 2
Liquidambar styraciflua: 2
Platanus x acerifolia: 5
Prunus avium: 10

Giardino Caduti di Nassirya

Attività Sportiva

Descrizione

Personaggi del Giardino Caduti di Nassirya

ll 12 novembre 2003, un’autocisterna blu irruppe nella Base Maestrale di Nassiriya, una delle due sedi dell’Operazione “Antica Babilonia” (missione di pace italiana in Iraq, avviata qualche mese prima con la partecipazione di tremila uomini, 400 dei quali appartenenti all’Arma dei Carabinieri). L’autocisterna esplose all’interno della base. Crollò gran parte dell’edificio principale, mentre fu gravemente danneggiata una seconda palazzina dove aveva sede il comando. I vetri delle finestre del complesso andarono in frantumi. Nel cortile davanti alla palazzina molti mezzi militari presero fuoco. In fiamme anche il deposito delle munizioni. Il bilancio fu devastante: 28 morti, dei quali 19 italiani (e fra questi dodici carabinieri). Il traffico nella zona circostante impazzì, mentre la popolazione scendeva in strada in preda al panico. Il giorno prima dei funerali delle vittime dell’attentato, nella camera ardente il Presidente della Repubblica abbracciò a lungo, come un fratello, il padre del maresciallo Alfonso Trincone. Gli italiani abbracciarono allo stesso modo tutti i parenti delle vittime, riconoscendosi nel gesto spontaneo di Carlo Azeglio Ciampi. Fu indimenticabile il tributo della folla. Una coda infinita davanti al Vittoriano. Che si ingrossava di ora in ora, che resisteva durante la notte, che s’infoltiva ancora al mattino successivo, il giorno dei funerali. E poi il silenzio della gente al passaggio del corteo funebre verso la basilica di San Paolo fuori le Mura, i camion con i feretri, scortati dai Corazzieri a cavallo, a passo d’uomo. Scrisse con ammirazione l’intellettuale francese André Glucksmann: «Un popolo in lacrime, ma dignitoso e raccolto, si eleva all’altezza del compito. Ha compreso che i suoi carabinieri sono stati assassinati in una terra lontana perché l’Italia ha insegnato all’Europa l’arte e la dolcezza di vivere insieme in una società “civile”, sfuggendo alla legge della sciabola e del ricatto terroristico». Martedì 18 novembre 2003 – mentre a Roma si celebravano i solenni funerali ai Caduti – nel campo italiano di Nassiriya il trombettiere intonò il Silenzio davanti alla bandiera a mezz’asta. I Carabinieri erano amati dalla popolazione. Alla strage di Nassiriya gli italiani reagirono con grande orgoglio, con compostezza, con dolore autentico. Nei giorni immediatamente seguenti alla tragedia, si affacciarono dai balconi e dalle finestre, in tutta Italia, moltissime bandiere tricolori. Testimoniavano lo sgomento di fronte a un dramma immane, la vicinanza alle famiglie dei Caduti: in altre parole, amor di Patria.
[fonte: http://servizi.carabinieri.it]

Alberi Presenti:

Olea europaea: 1

Giardino Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia

Dove

Descrizione

“A coloro che rappresentano con onore l’Italia gareggiando con cuore e lealtà”

Personaggi del Giardino Atleti Olimpici e Azzurri d’italia

L’«Associazione Nazionale Atleti Azzurri d’Italia» (A.N.A.A.I.) è stata costituita, statutariamente, nel 1948 da parte di un gruppo di 18 atleti, quasi tutti reduci dai Giochi Olimpici di Londra, disputati in quell’anno. L’Associazione fino dall’inizio ha avuto le seguenti peculiarità di base: apoliticità, apartiticità, apertura ad atleti, donne e uomini, che abbiano indossato almeno una volta la maglia azzurra delle rappresentative nazionali di discipline sportive riconosciute dal CONI. Dai 18 “pionieri” del 1948 si è passati, nei 70 anni di vita, a migliaia di Azzurri e Olimpici riuniti in circa 50 Sezioni che coprono l’intera penisola. Le Sezioni svolgono attività continuativa ed ormai bene inserita nel contesto delle varie realtà locali, operando in sinergia con le autorità pubbliche e sportive. Dopo aver constatato per anni la validità e le funzioni dell’A.N.A.A.I., nel 1977 il CONI, l’ha riconosciuta “associazione benemerita di interesse sportivo”, affidandole come compito preminente lo svolgimento di “attività di natura culturale realizzate per diffondere e promuovere l’idea di sport, i suoi ideali e valori, attraverso iniziative promozionali a carattere organizzativo, di stampa e similari”. Nel 2006 è stata cambiata la denominazione in «Associazione Nazionale Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia» (A.N.A.O.A.I.). Tale cambio è stato richiesto al CONI dal “Comitato Internazionale Olimpico”, per adeguamento con le altre Nazioni. Questa nuova denominazione ha permesso un riconoscimento formale a livello internazionale da parte della W.O.A. (“World Olympians Association”). L’Associazione svolge, sia a carattere nazionale che sezionale, funzioni di promozione dell’attività sportiva, di base e agonistica, e dei valori che lo sport veicola nella società, soprattutto in relazione alla crescita delle nuove generazioni. Attività espletata attraverso la realizzazione e la partecipazioni a manifestazioni ed eventi realizzati in collaborazione con le istituzioni scolastiche e sportive presenti sul territorio; realizzazioni di pubblicazioni di cultura sportiva in forma cartacea a via web; interessamento presso le autorità competenti per la intitolazione di siti toponomastici; organizzazioni di eventi istituzionali e turistico–culturali, al fine di divulgare l’immagine dello sport italiano e della Maglia Azzurra. Tutti gli Organi Associativi – nazionali, regionali e sezionali – sono a carattere elettivo e tutti a titolo onorifico.
[fonte: http://www.olimpiciazzurri.it]

Alberi Presenti:

Platanus x acerifolia: 24

Giardino “Bambini di Beslan”

Dove

Descrizione

Il Giardino è intitolato alla memoria dei bambini morti nella strage. La strage di Beslan è il massacro avvenuto fra il 1º e il 3 settembre 2004 nella scuola Numero 1 di Beslan, nell’Ossezia del Nord

Alberi presenti:

Cedrus atlantica glauca: 2
Crataegus spp: 10
Lagerstroemia indica: 9
Magnolia grandiflora: 1
Malus domestica: 2
Malus floribunda: 12
Pyrus calleryana: 4

Giardino dell’Amicizia Collegno – Neubrandenburg

Dove

Descrizione

Collegno è la più antica città gemella di Neubrandenburg. Il 12 ottobre 1965 gli allora sindaci delle nostre due città, Ruggero Bertotti e Horst Jonas, firmarono un accordo di gemellaggio, desiderando approfondire l’amicizia tra il popolo italiano e il popolo tedesco e ritenendo che il gemellaggio sia un’ottima occasione per contribuire al reciproco comprensione.Alla fine, la riunificazione ha reso possibile la realizzazione dei sogni di Ruggero Bertotti e Horst Jonas. Gli ultimi 25 anni in particolare hanno consentito incontri diversi e una vivace collaborazione tra Collegno e Neubrandenburg.
(Source: https://www.neubrandenburg.de/Leben-Wohnen/Vier-Tore-Stadt/Partnerst%C3%A4dte/Collegno/)

Alberi Presenti:

Acer campestre: 2
Acer negundo: 1
Carpinus betulus: 3
Cedrus deodara: 3
Crataegus monogyna: 5
Fagus sylvatica: 1
Juglans regia: 1
Liquidambar styraciflua: 3
Liriodendron tulipifera: 2
Platanus acerifolia: 10
Thuja spp: 4
Tilia cordata: 11

Giardino Amicizia Collegno-Sarajevo

Dove

Descrizione

Sarajevo città gemellata con Collegno dal 26.02.1994
Capitale della Bosnia ed Erzegovina, situata a 537 di altitudine nella valle della Miljacka, in una conca racchiusa dai monti Ozren (1452 m), Romanija (1649 m) e Jahorina (1913 m), Sarajevo vanta una popolazione di circa 438.000 abitanti (stima 2013). Residenza di un metropolita ortodosso, di un arcivescovo cattolico e del capo della comunità musulmana, Sarajevo ospita un’Università, un’Accademia di Musica e numerosi istituti di ricerca, biblioteche, gallerie d’arte, teatri e altre istituzioni educative e culturali. La città, fondata dal governatore ottomano di Bosnia Isa-bey Ishakovic nel secolo XV, deriva il suo nome dalle parole turche saray (“corte”) e ovasi (“campo”) e ha conservato caratteristiche orientali particolarmente nel pittoresco quartiere della Charshija. In seguito alla guerra civile che ha insanguinato la Bosnia nel triennio 1992-95, la città – sottoposta a un lungo assedio dalle forze serbe – ha subito gravissimi danni al patrimonio artistico e abitativo e il suo sistema produttivo è andato in gran parte distrutto. Nel 1984 fu sede dei XIV Giochi Olimpici Invernali. Insediamento ungherese nel sec. XIII (Bosnavàr), acquistò importanza all’inizio della dominazione turca, allorché (1426) col nome di Bosna Saraj divenne residenza del governatore. Grazie alla sua posizione all’intersezione di frequentate vie di comunicazione, divenne un fiorente centro commerciale, ma nel 1697 fu occupata dagli Imperiali e data alle fiamme dal principe Eugenio di Savoia. Ne seguì una fase di decadenza protrattasi per circa un secolo. Nel 1850, riacquistato completamente il proprio ruolo economico, tornò a essere un centro amministrativo di grande importanza, residenza del pascià. Conquistata dagli Austriaci nel 1878, fu scelta come sede del governo della Bosnia-Erzegovina (1878-1918). Il 28 giugno 1914 la città fu  teatro dell’episodio che scatenò la prima guerra mondiale, quando il nazionalista serbo Gavrilo Princip uccise in un attentato l’erede al trono austro-ungarico, Francesco Ferdinando, insieme con la moglie Sofia. Entrata a far parte della Iugoslavia nel 1918, fu gravemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale. Nel dopoguerra visse un cospicuo sviluppo industriale, registrando un conseguente sensibile aumento di popolazione e la nascita di nuovi quartieri. La città venne pesantemente coinvolta dalla guerra civile iugoslava scoppiata nel 1991 e conclusasi solo nel 1995 in seguito all’intervento delle forze della NATO. Sarajevo fu infatti teatro di violenti scontri etnici e sottoposta a un lungo assedio, bombardamenti e tiro dei cecchini serbi appostati sulle alture circostanti, che provocarono centinaia di vittime tra la popolazione civile e ingenti danni al suo patrimonio monumentale e abitativo. L’assedio imposto alla città di Sarajevo da parte dell’esercito serbo, durato quasi quattro anni, è stato uno dei simboli della guerra civile che ha devastato la Bosnia. Le migliaia di granate che hanno sistematicamente colpito la città, causando un altissimo numero di vittime, hanno anche mutato il suo assetto urbanistico, risultato di un lungo processo di assorbimento e rielaborazione dei mutamenti imposti dalla storia nel corso dei secoli e perfetta espressione della multietnicità della popolazione. Il quartiere che ha subito i maggiori danni è quello più moderno, più lontano dal centro, sorto durante il regime di Tito, che si estende per 10 km e in cui si mescolano abitazioni civili e fabbriche, senza alcuna coerenza urbana: certi settori sono stati meticolosamente rasi al suolo, altri sono stati talmente danneggiati da richiedere una totale ricostruzione. I quartieri più antichi, come quello turco, che rispecchia in pieno il genio architettonico degli antichi invasori, o quello austro-ungarico, divenuto il centro di Sarajevo e che si sviluppa lungo le anse del fiume Miljaska, hanno risentito in misura minore dei bombardamenti e potranno più facilmente essere restaurati. È, invece, irrimediabilmente perduta buona parte del patrimonio culturale che era conservato nelle migliaia di volumi della Biblioteca Nazionale, testimonianza della storia dell’intera Bosnia ed Erzegovina. È, invece, irrimediabilmente perduta buona parte del patrimonio culturale che era conservato nelle migliaia di volumi della Biblioteca Nazionale, testimonianza della storia dell’intera Bosnia ed Erzegovina. Notevole centro commerciale e industriale, sede di un fiorente artigianato (manufatti in oro, argento e cuoio) fino agli anni Ottanta, la città ha visto la sua economia sconvolta dal conflitto civile esploso nel 1991. Grazie agli aiuti internazionali, la città ha intrapreso un difficile cammino verso la normalità e la ricostruzione.
[fonte: http://www.sapere.it/enciclopedia/Sarajevo.html e https://www.samed.ba/article/4/sarajevo]

Alberi Presenti:

Aesculus hippocastanum: 28
Betula alba: 3
Catalpa bignognoides: 4
Cedrus atlantica ‘Glauca’: 23
Cedrus deodara: 17
Juglans regia: 2
Liquidambar styraciflua: 12
Pinus resinosa: 6
Prunus avium: 1

Giardino Amicizia Collegno-Sarospatak

Dove

Descrizione

Sarospatak città gemellata con Collegno dall’11.03.1964

Personaggi del Giardino Amicizia Collegno-Sarospatak

Antico centro religioso e di potere della regione del Tokaj, Sárospatak era nota in passato come “Atene sul Bodrog”. Con una popolazione di circa 11.768 abitanti (2019), la città vanta oggi, oltre al Castello Rákóczi e alla Basilica Minore, il più antico Collegio teologico riformato di Ungheria (uno tra i primi in Europa) con una pregevolissima Biblioteca. Situata tra il fiume Bodrog (balneabile) e le pendici dei vigneti, Sárospatak ha una vasta gamma di ristoranti, hotel e campeggi vicino alle terme all’aperto a Végardó e rappresenta un’ottima base di partenza per esplorare la regione del Tokaj. Celebre e ammirato da migliaia di turisti da tutto il mondo è poi il lago di Tengerszem nei pressi di un’antica cava di macina sulla collina di Megyer vicino a Sárospatak, definito “la più bella meraviglia naturale” dell’Ungheria. Eventi culturali degni di nota sono la rievocazione storica della battaglia di Botkő nel fine settimana di Pentecoste e il Zemplén Festival con la sua ampia proposta di concerti di musica classica, jazz, folk, opera e operetta.
[fonte: https://tokajwineregion.com/towns-and-villages/sarospatak e http://www.ksh.hu]

Alberi Presenti:

Acer negundo: 2
Betula alba: 1
Cedrus atlantica: ‘Glauca’ 3
Cedrus deodara: 3
Cupressus spp.: 3
Liquidambar styraciflua: 2
Pinus strobus: 1
Platanus x acerifolia: 2
Prunus avium: 1
Thuja occidentalis: 2
Tilia cordata: 3

Giardino Chazalettes

Dove

Descrizione

Alberi Presenti:

Betula pendula: 6
Cedrus atlantica: 2
Cedrus deodara: 3
Fagus sylvatica: 1
Lagerstroemia indica: 1
Laurus nobilis: 1
Magnolia grandiflora: 1
Magnolia obovata: 1
Picea abies: 1
Prunus avium: 2
Taxus baccata: 2

Giardino di via Vacchieri

Dove

Alberi Presenti:

Acer negundo: 8
Betula pendula: 4
Cedrus deodara: 8
Fagus sylvatica: 1
Fraxinus excelsior: 2
Liquidambar styraciflua: 2
Picea abies: 1
Pinus strobus: 1
Tilia americana: 10

Giardino Rocco Scotellaro

Dove

Descrizione

Personaggi del Giardino Rocco Scotellaro

Il mondo contadino e la sua terra: le sue passioni. Il padre e la madre: i suoi punti fermi, le sue guide morali. Su questi valori si fondò l’esistenza di Rocco Scotellaro, scrittore, poeta e politico lucano nato a Tricarico, in provincia di Matera, nel 1923. Dopo il collegio a Sicignano degli Alburni, frequentò a Roma la facoltà di Giurisprudenza, ma la guerra e la morte del padre lo indussero a rientrare nel suo paese natale, dove fu eletto sindaco a soli 23 anni (1946-1948 e fino al 1950). Scotellaro svolse un’intensa attività sindacale culminata nell’iscrizione al Comitato di Liberazione Nazionale e al Partito Socialista. Fu quello il momento in cui individuò gli ideali e le strategie per migliorare lo status economico e sociale dei contadini meridionali. Memore degli insegnamenti del padre, incentrò infatti l’attività politica proprio sul dramma di quanti conducevano una grama esistenza di povertà e vessazioni, temi dominanti anche nei suoi scritti, in gran parte pubblicati postumi. Promotore della Riforma Agraria del Sud, in particolare della Basilicata, lo scrittore coinvolse attivamente la popolazione nelle sue iniziative. I 45 giorni trascorsi ingiustamente in carcere – sarà infatti assolto dalle accuse di concussione, truffa e associazione a delinquere avanzate dai suoi avversari politici – lo segnano profondamente e, deluso, matura l’idea di abbandonare gli incarichi istituzionali, ma non la sua gente. Così, chiuso il capitolo politico si apre per Scotellaro quello letterario. Accetta poi un incarico all’Osservatorio Agrario di Portici, su proposta di Manlio Rossi Doria, conosciuto anni prima con Carlo Levi, che Rocco indicherà come suo mentore. Sono ancora e sempre le condizioni di vita delle popolazioni del sud ad appassionarlo, fino alla morte. Morì il 15 dicembre 1953, a soli 30 anni, stroncato precocemente da un infarto.
[fonte: http://www.centrodocumentazionescotellaro.org e http://www.basilicatadautore.it/rocco-scotellaro]

Alberi Presenti:

Tilia cordata: 9
Prunus avium: 7
Magnolia grandiflora: 1

Giardino pubblico Giuseppe Romita

Dove

Descrizione

Il giardino è dedicato a Giuseppe Romita. Uomo politico (Tortona 1887 – Roma 1958). Militante socialista dal 1904, direttore del Grido del Popolo, fu deputato dal 1921 al 1924. Antifascista, arrestato nel 1926 e inviato al confino, vi rimase sino al 1928; tratto nuovamente in arresto e confinato (1931), fece ritorno a Roma nel 1933. Nel 1942 fu tra i promotori della rinascita clandestina del movimento socialista e dal 1945 membro della direzione nazionale del PSIUP. Consultore nazionale e deputato alla Costituente, R. fu ministro degli Interni (1945-46), dei Lavori pubblici (1945; 1946-47) e del Lavoro e previdenza sociale (1947). Senatore di diritto nella prima legislatura repubblicana, nel 1949 promosse la scissione dal PSI del gruppo che diede vita al PSU. Eletto deputato nelle file del PSDI (1953), fu di nuovo ministro dei Lavori pubblici dal 1954 al 1957.
[fonte: https://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-romita/]

Alberi Presenti:

Abies nordmanniana: 1
Acer palmatum: 3
Acer platanoides: 7
Acer saccharinum: 5
Aesculus hippocastanum: 1
Betula pendula: 3
Carpinus betulus: 12
Cercis siliquastrum: 9
Ginkgo biloba: 2
Hibiscus syriacus: 1
Liriodendron tulipifera: 2
Nerium oleander: 3
Paeonia x suffruticosa: 1
Platanus acerifolia: 4
Punica granatum: 1
Robinia pseudoacacia: 9

Giardino 68 Martiri

Dove

Descrizione

“Alla memoria dei 68 martiri trucidati dai nazifascisti il 30 aprile 1945”

Personaggi del Giardino 68 Martiri

La sera del 29 aprile 1945 irruppe improvvisamente nell’abitato di Grugliasco un reparto di truppe tedesche, che risultava essere l’avanguardia di una colonna motorizzata in ritirata dal Pinerolese. Primo gesto della truppa, che appariva letteralmente abbruttita dall’alcol, fu quello di sparare all’impazzata per le vie del paese. In questa prima sparatoria rimasero uccisi due giovani, i cui cadaveri, resi irriconoscibili per le sevizie subite, vennero reperiti nelle adiacenze del campanile. Verso mezzanotte arrivò il grosso della colonna che risultava fortemente armata, munita di mezzi corazzati e di artiglierie di ogni calibro. Nella notte stessa le truppe irruppero nella Casa del Popolo prelevando tutti quelli che in essa si trovavano. Vennero inoltre sistematicamente saccheggiate abitazioni civili e negozi. Durante la notte la soldataglia, e finanche alcuni ufficiali, penetrò nel convento dei Fratelli Maristi e catturò tre giovani del servizio d’ordine che custodivano alcuni materiali che il nemico aveva abbandonato nella fuga. Il direttore della Casa, frate apprezzato da tutti per l’illuminata e benefica opera svolta durante il periodo dell’oppressione nazifascista, fu obbligato ad accompagnarli in Municipio dove, non trovando altri, catturarono il Segretario comunale ed il custode che furono condotti in piazza ed ammassati con gli altri in precedenza catturati. Al mattino ebbero inizio le esecuzioni. Condotti i civili fatti prigionieri sui luoghi designati, dopo gratuite torture e sevizie di ogni genere, gli infelici furono abbattuti con raffiche di mitraglia. Vennero pure fucilati altri ostaggi prelevati nel vicino territorio di Collegno. Nulla giustificò questi orrendi crimini contro l’umanità, perché da accurate indagini storiche risultò che nessun colpo era stato sparato dai partigiani e nessun cittadino si era reso responsabile di provocazioni che potessero offrire pretesto a rappresaglie nazifasciste.
[fonte: http://anpigrugliasco.blogspot.com/p/eccidio-68-martiri.html]

Alberi Presenti:

Acer campestre: 8
Cedrus atlantica: 3
Cedrus deodara ‘Pendula’: 3
Cupressus spp.: 3
Hibiscus syriacus: 1
Tilia cordata: 6

Giardino Fabrizio De André

Dove

Descrizione

«Ieri cantavo i vinti, oggi canto i futuri vincitori. Chiunque coltivi le proprie diversità con dignità e coraggio, attraversando i disagi dell’emarginazione, con l’unico intento di rassomigliare a se stesso, è già di per sé un vincente».

Personaggi del Giardino Fabrizio De André

Il 18 febbraio 1940 nacque a Genova Fabrizio De André . Durante la seconda guerra mondiale la famiglia De André si trasferì a vivere in una cascina agricola a Revignano d’Asti per poi rientrare definitivamente a Genova una volta terminato il conflitto. Nel 1954 la madre Luisa gli regalò la sua prima chitarra e Fabrizio cominciò a prendere lezioni dal maestro colombiano Alex Giraldo. Nel 1955 Fabrizio partecipò per la prima volta a uno spettacolo di beneficenza al teatro Carlo Felice, ma è suonando il banjo-chitarra nel gruppo “The Crazy Cowboy and Sheriff One” che cominciò a esibirsi. Nel 1956 il padre rientrò dalla Francia portandogli in dono un 78 giri di Georges Brassens, autore fondamentale per Fabrizio. Lo stesso anno si iscrisse al liceo classico, dove si diplomerà nel ’59, e alla federazione anarchica di Carrara. Questo periodo coincise con una svolta jazz nella sua musicografia. Nel 1960 compose con Clelia Petracchi «La ballata del Miche’», la sua prima canzone, e l’anno successivo firmò un contratto con l’etichetta Karim con la quale pubblicò il suo primo 45 giri “Nuvole barocche. E fu la notte”. Dopo aver frequentato (senza mai iscriversi) prima la facoltà di Lettere, poi quella di Medicina, Fabrizio si iscrisse nel 1962 a Giurisprudenza (senza mai laurearsi). Lo stesso anno sposò Enrica Rignon, detta Puny, e dalla loro unione nacque il figlio Cristiano. Nell’ottobre del 1962, incoraggiato da Gino Paoli, si esibì al Circolo della Stampa di Genova accompagnato dal chitarrista Vittorio Centenaro. Sono di questo periodo canzoni celebri quali «La guerra di Piero» e «La canzone di Marinella» e gli spettacoli di cabaret insieme a Paolo Villaggio, con il quale scrisse «Il fannullone» e «Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers». Il 27 gennaio 1967, Luigi Tenco si suicidò a Sanremo e Fabrizio compose la canzone «Preghiera in gennaio», dedicata all’amico defunto. Nel 1968, durante la trasmissione “Canzonissima”, Mina interpreta «La canzone di Marinella»: è la svolta nella carriera artistica di Fabrizio. In aprile compone la colonna sonora de “I viaggi di Gulliver” e in estate comincia a lavorare con il poeta anarchico Riccardo Mannerini al concept album “Tutti morimmo a stento”, ispirato a poesie francesi. Dalla collaborazione con Gian Piero Reverberi e Riccardo Mannerini nacque l’album “Senza orario e senza bandiera” dei New Trolls e, nel 1970, la «La Buona Novella», dopo un approfondito studio sui vangeli apocrifi, rilettura personale della religione cristiana. Nel 1971 uscì il secondo concept album “ Non al denaro non all’amore né al cielo”, ricordi di anime morte e vite spezzate tratto dall’«Antologia di Spoon River». A distanza di anni, Fernanda Pivano, prima traduttrice del testo in italiano, affermò che la grandiosità di Fabrizio era stata quella di riuscire a migliorare, rendendoli più poetici ed attuali, gli epitaffi del compositore americano. Nel 1974 conobbe Dori Ghezzi ed uscì l’album “Canzoni”. Nella stessa primavera comincia a lavorare con Francesco De Gregori a “Volume 8”. Nel 1976 in Sardegna, nel cuore della Gallura, Fabrizio e Dori acquistarono la tenuta L’Agnata. Dalla loro unione nacque la figlia Luvi. Tre anni dopo, Fabrizio e Dori furono vittime di un rapimento estorsivo, conclusosi solo dopo il pagamento di un riscatto, 4 mesi dopo. Nel 1980 Fabrizio scrisse con Massimo Bubola «Una storia sbagliata». I due registrano il brano nel video sigla del programma “Dietro il processo” sulla storia dei delitti Pasolini e Montesi. L’anno successivo, in Sardegna, con Bubola, Mark Harris e Oscar Prudente, De André cominciò a lavorare all’album “Fabrizio De André (L’indiano)” e lanciò un nuovo tour che, a quattro riprese, durò sino al settembre 1982. Nel 1983, insieme a Mauro Pagani, cominciò a progettare l’album “Crêuza de mä”, un viaggio ideale nel bacino del Mediterraneo, che uscì nel 1984 seguito da una nuova stagione di concerti. “Crêuza de mä” fu decretato da “Musica&Dischi” miglior disco italiano del decennio. Nel 1990 uscì il celebre album “Le nuvole”, da intendersi, per usare le parole dello stesso cantautore, come “i personaggi ingombranti e incombenti nella nostra vita sociale, politica ed economica; tutti coloro che hanno terrore del nuovo perché il nuovo potrebbe sovvertire le loro posizioni di potere”. L’ultima tappa del suo intimassimo viaggio nel mare portò De André ad avvicinarsi a Ivano Fossati e a comporre nel 1996 «Anime Salve». L’11 gennaio 1999, Fabrizio de André morì prematuramente a Milano.
[fonte: http://www.fabriziodeandre.it]

Alberi Presenti:

Acer negundo: 5
Acer saccharinum: 2
Aesculus hippocastanum: 3
Juniperus: 8
Malus royalty: 5
Photinia serrulata: 1
Platanus x acerifolia: 1
Prunus avium: 2
Prunus pissardii ‘Nigra’: 4
Robinia pseudoacacia: 1
Ulmus minor: 27

Giardino Amicizia Collegno-Volzhsky

Dove

Descrizione

Volžskij (326.602 abitanti nel 2015), ubicata nella Russia europea meridionale, è la seconda città più popolosa della regione Volgograd. Attualmente importante centro industriale, nacque e si sviluppò a partire dal XVII secolo, quando piccoli di gruppi di “fuggitivi”popolarono la zona, fondando un villaggio sulla sponda orientale del fiume Volga, primo nucleo urbano della futura città. L’insediamento moderno, dopo la totale distruzione durante la battaglia di Stalingrado, risale invece al 1951, quando cominciò la costruzione della grande diga che ha originato un adiacente bacino artificiale. Lo status di città risale invece al 1954. La città ha oggi un’economia prevalentemente industriale con le sue numerose acciaierie, stabilimenti chimici, produzione di materie plastiche e di abbigliamento. Tra il 1986 ed il 2001, un consorzio di società siderurgiche italiane è stata impegnata nella costruzione di un esteso impianto di lavorazione siderurgica che ha sede proprio a Volžskij. Per l’occasione, durante il periodo di costruzione, Volžskij ha ospitato una comunità di circa 5 000 italiani impegnati nella realizzazione del progetto.
[fonte: https://russiatrek.org/volzhsky-city]

Alberi Presenti:

Cedrus atlantica: 8
Cedrus deodara: 1
Platanus x acerifolia: 52

Giardino Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

Dove

Descrizione

“Per ricordarne degnamente la dedizione al proprio lavoro, che ne ha implicato la morte”
delibera Giunta Comunale n.195 del 03.07.2002

Personaggi del Giardino Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

GIOVANNI FALCONE

“Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l’essenza della dignità umana”.
Giovanni Falcone è stato un magistrato italiano che ha dedicato la sua vita alla lotta contro la mafia senza mai retrocedere di fronte ai gravi rischi a cui si esponeva con la sua innovativa attività investigativa, mosso da uno straordinario spirito di servizio verso lo Stato e le sue istituzioni. È stato tra i primi a identificare Cosa Nostra in un’organizzazione parallela allo Stato, unitaria e verticistica in un’epoca in cui si negava generalmente l’esistenza della mafia e se ne confondevano i crimini con scontri fra bande di delinquenti comuni. La sua tesi è stata in seguito confermata dalle dichiarazioni rilasciate nel maxiprocesso dal primo importante pentito di mafia, Tommaso Buscetta, e, negli anni seguenti, da altri rilevanti collaboratori di giustizia. Grazie al suo innovativo metodo di indagine ha posto fine all’interminabile sequela di assoluzioni per insufficienza di prove che caratterizzavano i processi di mafia in Sicilia negli anni ’70 e ’80. Il metodo si avvale di indagini finanziarie presso banche e istituti di credito in Italia e all’estero e permette di individuare il movimento di capitali sospetti. Esso è tuttora adottato a livello internazionale per combattere la criminalità organizzata. Rigore investigativo, indagini finanziarie ed estrema capacità di coesione all’interno del gruppo che è passato alla storia come il “pool antimafia”: queste le caratteristiche che hanno permesso la realizzazione del primo maxiprocesso alla mafia, il più grande risultato mai conseguito contro ‘Cosa Nostra’. L’eccezionale lavoro di un manipolo di magistrati guidati da Falcone approdò al dibattimento pubblico che vide alla sbarra 475 mafiosi, tra boss e gregari. Esemplare la sentenza, che consentì alla magistratura di condannare all’ergastolo l’intera direzione strategica di ‘Cosa Nostra’. Accuse poi confermate fino in Cassazione. Il 23 Maggio 1992, Giovanni e la moglie Francesca, di ritorno da Roma, atterrano a Palermo con un jet del Sisde, un aereo dei servizi segreti partito dall’aeroporto romano di Ciampino alle ore 16,40.  Tre auto,  una Croma marrone, una bianca e una azzurra li aspettano. È la scorta di Giovanni, la squadra affiatatissima che ha il compito di sorvegliarlo dopo il fallito attentato del 1989 dell’Addaura. Ma poco dopo aver imboccato l’autostrada che congiunge l’aeroporto alla città, all’altezza dello svincolo di Capaci, una terrificante esplosione (500 kg di tritolo) disintegra il corteo di auto e uccide Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. La fine di Giovanni Falcone potrebbe essere letta come una sconfitta dei giusti e dello Stato, come la fine di una speranza, ma in realtà la sua morte ha rappresentato l’inizio di una vera rinascita della società civile, che ha spinto le istituzioni statali a sferrare nei confronti della mafia un attacco tale da ridurre quasi al tappeto ‘Cosa Nostra’. Tutti i più grandi latitanti, tranne Matteo Messina Denaro, sono in prigione e l’azione della magistratura e delle forze dell’ordine non conosce soste. È importante tuttavia che l’azione non si fermi. Per questo è fondamentale l’impegno delle istituzioni e, soprattutto, la vigilanza della società civile. Spetta soprattutto ai giovani, che saranno i  protagonisti del domani, mantenere alto l’esempio lasciato da Giovanni Falcone e fare propria la lezione di legalità, di professionalità e di amore per lo Stato che il magistrato ci ha lasciato.
[fonte: https://www.fondazionefalcone.it]

PAOLO BORSELLINO 

“Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo. Purtroppo i giudici possono agire solo in parte nella lotta alla mafia. Se la mafia è un’istituzione antistato che attira consensi perché ritenuta più efficiente dello stato, è compito della scuola rovesciare questo processo perverso, formando giovani alla cultura dello stato e delle istituzioni”
Paolo Borsellino nacque a Palermo il 19 gennaio 1940 dove la famiglia possedeva una farmacia. Laureatosi con lode in giurisprudenza presso l’Università del capoluogo siciliano nel 1962, partecipò nel 1963 al concorso di accesso alla magistratura, divenendo allora, il più giovane magistrato italiano. Nel 1967 divenne quindi Pretore di Mazara del Vallo e, successivamente, Pretore di Monreale dove lavorò con il capitano dei Carabinieri Basile disarticolando l’organizzazione mafiosa locale con una serie di arresti di affiliati ai clan. A seguito dell’omicidio del capitano Basile in un agguato della mafia palermitana, Paolo Borsellino e la sua famiglia furono protetti dal servizio di scorta. Dal 1975, Borsellino lavorò presso l’Ufficio istruzione del Tribunale di Palermo occupandosi dei clan mafiosi della città e proseguendo così l’approfondimento delle indagini di Boris Giuliano. In questo ufficio, instaurò un saldo rapporto umano e professionale con il giudice Rocco Chinnici con il quale stava sperimentando l’efficacia di una specializzazione degli inquirenti nella lotta alla criminalità organizzata. Dopo l’omicidio di Chinnici nel 1983, a capo dell’Ufficio fu nominato Antonino Caponnetto; egli, comprendendo le potenzialità del coordinamento delle indagini e dello scambio di informazioni tra magistrati addetti, instaurò pertanto il c.d. “pool antimafia” di cui fecero parte – oltre a Caponnetto e Borsellino – anche Giovanni Falcone, Giuseppe Di Lello e Leonardo Guarnotta. Grazie a questa iniziativa e al generale miglioramento delle capacità investigative anche sotto il profilo degli accertamenti bancari e patrimoniali, il pool ordinò numerose misure di custodia (tra cui quella nei confronti di Vito Ciancimino) iniziando a ricevere le prime dichiarazioni di collaboratori di giustizia come Tommaso Buscetta e Salvatore Contorno, successivamente essenziali per l’istruzione del c.d. maxi processo. Nel 1985, per ragioni di sicurezza, Paolo Borsellino e Giovanni Falcone furono ospitati nella foresteria del carcere dell’Asinara per la redazione degli atti necessari alla preparazione del secondo processo citato che si concluderà a Palermo nel 1987 con 342 condanne, infliggendo un durissimo colpo a “Cosa nostra”. Nel dicembre 1986, Paolo Borsellino fu nominato Procuratore della Repubblica di Marsala. Nel 1992, dopo il congedo di Caponnetto dall’Ufficio istruzione per motivi di salute e il trasferimento di Falcone a Roma quale Direttore degli Affari penali del Ministero di Grazia e Giustizia, ritornò al Tribunale di Palermo come Procuratore aggiunto per coordinare l’attività distrettuale antimafia. La strage di Capaci del 23 maggio dove perse la vita l’amico e collega Giovanni Falcone provocò in lui una profonda sofferenza. Il pomeriggio del 19 luglio 1992, un’auto carica di tritolo parcheggiata in via D’Amelio venne fatta esplodere cagionando la morte del magistrato e dei cinque agenti della scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Giunto sul luogo della strage, l’ex-capo dell’Ufficio di Falcone e Borsellino, il giudice Antonino Caponnetto disse, sopraffatto dallo sconforto: “è tutto finito, non c’è più niente da fare”. Ma, al funerale, cui partecipò una folla di circa 10.000 persone, il giudice Caponnetto, evidentemente animato da rinnovata determinazione, ebbe a dire: “Caro Paolo, la lotta che hai sostenuto dovrà diventare e diventerà la lotta di ciascuno di noi”.
[fonte: http://www.interno.gov.it/sites/default/files/allegati/paolo_borsellino]

Alberi Presenti:

Acacia spp: 1
Betula pendula: 3
Carpinus betulus: 23
Ficus carica: 1
Fraxinus excelsior: 2
Ilex aquifolium: 1
Koelreuteria paniculata: 10
Magnolia grandiflora: 4
Prunus avium: 6
Pyrus calleryana: 13
Robinia hispida: 1
Tilia argentea: 5
Ulmus pumila: 8

Giardino Guido Rossa

Dove

Descrizione

Guido Rossa (Cesiomaggiore, 1º dicembre 1934 – Genova, 24 gennaio 1979) è stato un operaio e sindacalista italiano, assassinato durante gli anni di piombo dalle Brigate Rosse.

Alberi Presenti:

Amarillide americana: 3
Platanus acerifolia: 3
Tilia cordata: 14

Giardino Dei Puffi

Dove

Alberi Presenti:

Acer campestre: 3
Aesculus hippocastanum: 7
Cedrus deodara: 1
Cercis siliquastrum: 1
Cornus sanguinea: 1
Ficus carica: 2
Platanus acerifolia: 2
Prunus avium: 1
Prunus laurocerasus: 1
Prunus pissardii: 1
Quercus robur: 4
Sophora japonica: 3
Tilia cordata: 2

Giardino Maddalena Autero Humbert

Dove

Descrizione

Personaggi del Giardino Maddalena Autero Humbert

Maddalena Autero Humbert nata nel 1921 a Candia Canavese, a soli 18 anni conseguì il diploma magistrale e fu inviata per il suo primo incarico di docenza a Troisville in Valle d’Aosta. La frazione era raggiungibile solo a dorso di mulo e l’alloggio della maestra era stato ricavato da un fienile adiacente alla scuola. Durante la seconda guerra mondiale fu docente a Villate, nei pressi di Ivrea, dove offrì rifugio ai partigiani nelle soffitte dei locali scolastici e ne coadiuvò gli spostamenti. A conflitto conclusosi, le verrà conferito il “Diploma d’Onore al combattente per la libertà dell’Italia”. Nel secondo dopoguerra, svolse diversi incarichi di docenza presso le scuole elementari di Exilles, dove si sposò e nacque il primo figlio. Nel 1956 conseguì la laurea in Materie Letterarie. Ad Exilles si fece promotrice della prima biblioteca scolastica. Nel 1957, dopo la nascita del secondo figlio, si trasferì a Collegno e ivi insegnò alla scuola elementare Marconi, prima, presso la scuola media Don Minzoni, poi, fino alla pensionamento avvenuto nel 1984. Severa e rigorosa, da un lato, sapeva essere profondamente affettuosa e attenta all’animo umano, in particolare con gli alunni più deboli e disagiati. Conclusasi la sua lunga carriera di docente, ritornò a Exilles in mezzo ai boschi che tanto amava. Anche nel piccolo paesino di montagna continuò a svolgere attività di volontariato a beneficio dei giovani più deboli e svantaggiati. [fonte: D.G. n. 202/2008]

Alberi Presenti:

Cedrus atlantica: 1
Cedrus deodara: 6
Celtis australis: 4
Cercis siliquastrum: 4
Hesperocyparis arizonica: 5
Ilex aquifolium: 2
Koelreuteria paniculata: 3
Ligustrum ovalifolium: 94
Ligustrum vulgare: 36
Nandina domestica: 1
Photinia fraseri: 1
Platanus acerifolia: 11
Ulmus pumila: 47
Viburnum tinus: 1

Parco Elio Cugliari

Dove

Descrizione

Il parco è intitolato a Elio Cugliari.

Alberi Presenti:

Abies nordmanniana: 4
Acer negundo: 3
Acer platanoides: 2
Carpinus betulus: 26
Fraxinus excelsior: 165
Liriodendron tulipifera: 10
Paulownia tomentosa: 1
Populus alba: 4
Populus nigra: 2
Quercus palustris: 9
Quercus rubra: 3
Robinia pseudoacacia: 1

Parco Della Rimembranza

Dove

Descrizione

Spaziosa area verde punteggiata da maestose secolari essenze arboree, il Parco della Rimembranza ospita altresì un pregevole monumento artistico voluto e finanziato dai cittadini di Collegno per celebrare la vittoria italiana nella prima guerra mondiale e commemorare le vittime collegnesi del conflitto bellico.

Alberi Presenti:

Celtis australis: 16
Cedrus atlantica: 2
Cedrus deodara: 2
Prunus cerasifera: ‘Pissardii 8
Liquidambar styraciflua: 12
Magnolia grandiflora: 6
Pyrus calleryana: 6

Parco Antony

Dove

Descrizione

Nel parco c’è area pubblica dedicata al fitness

Alberi presenti:

Cedrus atlantica: 2
Fraxinus excelsior: 44
Hibiscus syriacus: 44
Ligustrum ovalifolium: 170
Liriodendron tulipifera: 1
Platanus acerifolia: 12
Populus nigra: 12
Pyrus calleryana: 5
Ulmus pumila: 10

Parco San Miraglia

Dove

Si trova in Corso Montello angolo Via Crimea

Descrizione

Alberi presenti:

Cedrus atlantica: 1
Cedrus deodara: 6
Celtis australis: 4
Cercis siliquastrum: 4
Cupressus arizonica: 5
Ilex aquifolium: 2
Ligustrum ovalifolium: 58
Ligustrum vulgare: 25
Nandina domestica: 1
Photinia x fraseri: 1
Platanus acerifolia: 16
Ulmus pumila: 13
Viburnum tinus: 1

Giardino della Pace e dell’Amicizia

Dove

Descrizione

Alberi presenti:

Acer negundo: 11
Acer platanoides: 7
Catalpa bignonioides: 1
Cedrus deodara: 1
Cupressus arizonica: 2
Fagus sylvatica: 2
Fraxinus excelsior: 2
Juniperus horizontalis: 3
Ligustrum lucidum: 8
Prunus cerasifera: 4
Robinia pseudoacacia: 1
Spiraea japonica: 1
Tilia argentea: 2
Ulmus pumila: 6

Giardino Altiero Spinelli-Iqbal Masih

Dove

Descrizione

Personaggi del Giardino Altiero Spinelli-Iqbal Masih

ALTIERO SPINELLI 

Il politico italiano Altiero Spinelli fu uno dei Padri dell’Unione europea. Fu inoltre una delle figure chiave dietro la proposta del Parlamento europeo per un Trattato su un’Unione europea federale, il cosiddetto “Piano Spinelli”. Quest’ultimo venne adottato dal Parlamento nel 1984 con una maggioranza schiacciante e fu di grande ispirazione per il consolidamento dei Trattati dell’Unione europea negli anni ‘80 e ‘90. A 17 anni Spinelli entrò nel Partito comunista e per questo venne imprigionato dal regime fascista tra il 1927 e il 1943. Al termine della Seconda Guerra Mondiale, fondò il Movimento federalista in Italia. Lavorò per l’unificazione europea come consigliere di personalità quali De Gasperi, Spaak e Monnet. Esperto giurista, promosse la causa europea anche in campo accademico e fondò l’Istituto Affari Internazionali di Roma. In qualità di membro della Commissione europea, ne guidò la politica interna dal 1970 al 1976. Fu deputato del Parlamento italiano nelle file del Partito comunista prima di essere eletto al Parlamento europeo nel 1979.
[fonte: https://europa.eu/european-union/sites/europaeu/files/docs/body/altiero_spinelli_it.pdf]

IQBAL MASIH

In onore e ricordo di una giovane vittima dello sfruttamento del lavoro minorile
Bambino pakistano di dodici anni che osò ribellarsi alla sua condizione di semi-schiavitù come tessitore di tappeti denunciando i suoi sfruttatori. A 5 anni venduto dai genitori, costretti a pagarsi i debiti, ad un fabbricante di tappeti; per 6 anni tenuto legato al suo telaio dopo che aveva tentato di fuggire ai suoi sfruttatori; la paga era  rupia (= 55 lire) per 12 ore di lavoro al giorno. Fuori dalla fabbrica Iqbal conobbe Eshal Ullah Kahn, leader del Fronte di Liberazione dal Lavoro forzato. Iqbal cominciò a viaggiare, tenne conferenze. A Stoccolma nel 1994, ad 11 anni, parlò ad una conferenza internazionale sul lavoro. Iqbal M. diceva: “nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite”. Sognava di diventare avvocato per poter difendere i deboli e gli indifesi. “Non ho paura del mio padrone; ora è lui ad aver paura di me”. Ricevette una borsa di studio dalla Brandeis University ma la rifiutò per rimanere nel suo paese ad aiutare i suoi amici. Tra i suoi progetti vi era l’idea di costruire una scuola. In conseguenza della sua attività di denuncia contro lo sfruttamento minorile, le autorità pachistane furono costrette a chiudere decine di fabbriche di tappeti “irregolari” e Iqbal divenne presto un personaggio “scomodo” per la mafia locale che si arricchiva grazie allo sfruttamento del lavoro minorile. Dopo innumerevoli minacce di morte, Iqbal venne ucciso con un colpo di fucile sparato da un assassino rimasto ignoto il 16 aprile 1995, a soli 12 anni.
[fonte: https://worldschildrensprize.org]

Alberi Presenti:

Quercus rubra: 7
Acer saccarinum: 6
Tilia argentea: 7
Cedrus deodara: 10
Cedrus atlantica: 2
Liquidambar styraciflua: 5
Carpinus betulus: 17
Pinus nigra: 7
Betula pendula: 5
Celtis australis: 2

Giardino Amicizia Collegno-Havirov

Dove

Descrizione

Havirov città gemellata con Collegno dal 19.07.1998.
Situata al margine meridionale dell’area industriale di Ostrava-Karviná, a circa metà della distanza tra Ostrava e la città di confine di Český Těšín. A nord confina con i centri minerari Petřvald, Orlová e Karviná, a ovest con i villaggi Šenov e Václavovice. Ad un’altitudine di circa 260 metri s.l.m., la superficie della città è solcata da numerose valli con fiumi e torrenti. Jižní částí protéká řeka Lučina. Il fiume Lučina scorre attraverso la parte meridionale. Terénním předělem probíhajícím od západu na východ je železniční trať z Ostravy – Svinova do Českého Těšína. Il territorio cittadino è attraversato da ovest a est dalla linea ferroviaria Ostrava – Svinov – Český Těšín. Nejvýznamnější komunikací procházející městem je silnice první třídy č. 11 z Ostravy do Českého Těšína. Lungo il principale asse viario cittadino si estende il nucleo urbano costellato da innumerevoli grattacieli. Altre strade collegano la città con Orlová e Karviná.
[fonte: https://www.havirov-city.cz]

Alberi Presenti:

Tilia argentea: 13
Prunus serrulata: 4
Platanus x acerifolia: 14

Giardino Piero Catarzi

Dove

Descrizione

Personaggi del Giardino Piero Catarzi

Pierorlando Catarzi nacque a Terricciola in provincia di Pisa il 10 luglio 1922. Nel 1927 la famiglia emigrò in Piemonte a Occimiano (AL) dove il padre, Maresciallo dei Carabinieri, venne assegnato al comando della polveriera locale. Nel 1930 con i genitori si trasferì a Cigliano (VC) in quanto il padre aveva vinto il concorso di Comandante dei Vigili Urbani. Nella cittadina vercellese frequentò gli ultimi anni delle scuole elementari e il triennio di avviamento professionale. Lavorò poi come apprendista elettricista fino al 1940 quando venne chiamato al servizio militare di leva come aviere all’aeroporto di Napoli Capodichino e inviato in Africa Settentrionale da dove rimpatriò in drammatiche e fortunose circostanze. Partecipò alla lotta partigiana in Val Susa ed a Venaria Reale al fianco del Comandante Mensa. Alla fine della guerra arrivò a Collegno con la famiglia, dove il padre assunse il Comando dei Vigili Urbani. Lavorò dapprima al Cotonificio Leumann, poi alla Fiat, svolgendo al contempo attività sindacale e politica nel Partito Comunista Italiano. Venne candidato nelle liste del P.C.I. alle elezioni amministrative di Collegno nel 1956 e fu eletto Sindaco a larga maggioranza. Nel 1960 viene rieletto con grande successo. Lavorò nel contempo come agente generale assicurativo fino a metà del 1986, quando venne colpito da un grave malore che lo lasciò paralizzato. Dopo sette difficili anni di malattia e lunghe cure sanitarie, si spense a 71 anni il 12 luglio 1993.
[fonte: Ufficio Segreteria del Sindaco – Comune di Collegno]

Alberi Presenti:

Acer campestre: 10
Betula pendula: 3
Carpinus betulus: 4
Celtis australis: 6
Forsitia x intermedia: 4
Fraxinus excelsior: 6
Morus alba: 1
Morus nigra: 9
Picea excelsa: 1
Platanus x acerifolia: 22
Populus alba: 10
Populus deltoides: 1
Populus nigra: 37
Populus tremula: 1
Prunus avium: 2
Prunus serrulata: 21
Pyracantha coccinea: 1
Pyrus calleryana: 26
Quercus rubra: 2
Robinia pseudoacacia: 25
Tilia argentea: 7
Ulmus pumila: 2

Giardino Amicizia Collegno-Rocchetta Sant’antonio

Dove

Descrizione

Rocchetta Sant’Antonio città gemellata con Collegno dal 12.06.2001

Rocchetta Sant’Antonio sorge in posizione panoramica su un alta collina ai confini con la Basilicata e la Campania. Il suo toponimo si fa originare dalla rocca di Sant’Antimo, edificata nel X secolo. Fu detta di Sant’Antimo in onore dell’illustre martire di Nicodemia del III secolo cristiano. Conteso per la posizione strategica dai Bizantini e Longobardi (VI secolo), il paese si sviluppò intorno ad un forte eretto dai Normanni nel 1083 distrutto dal terremoto del 1456. Il paese medievale nella parte più alta ha la chiesa parrocchiale dedicata all’assunzione della Beata Vergine Maria, eretta tra il 1754 ed il 1768, di lato ha il Castello di notevole pregio architettonico, fatto edificare da Ladislao II D’Aquino, proprietario del feudo di Rocchetta dal 1501. La cittadina stupisce il visitatore dal primo impatto, con i suoi edifici medioevali ed i palazzi rinascimentali, con le piazze, le viuzze del centro storico, con l’inimitabile gioco prospettico delle piccole casette, tutti elementi che contribuiscono a creare un’atmosfera di raccolta ed intensa armonia. Tra i monumenti che arricchiscono questa cittadina, di particolare pregio naturale, la bellissima “preta longa”, una grande roccia che spunta dal terreno ed è la simbolica porta di Rocchetta per i viaggiatori che vengono da Candela. Patrimonio ambientale per il paese sono le innumerevoli fontane a bocca dalle quali per tutto l’anno sgorga un’acqua dal gusto unico e fresco. Fede, folklore e tradizione si fondono negli appuntamenti più importanti per Rocchetta. Il 16 e 17 gennaio si festeggia la ricorrenza del patrono del paese, S. Antonio Abate. Altro appuntamento importante per Rocchetta è la Festa della Madonna del Pozzo e di San Rocco (seconda metà di agosto). L’intera festa religiosa è allietata da spettacoli e concerti. [fonte: http://www.comune.rocchettasantantonio.fg.it]

Alberi Presenti:

Gingko biloba: 1
Magnolia grandiflora: 2
Nerium oleander: 2
Platanus x acerifolia: 4

Giardino Giuliana Curletto

Dove

Descrizione

Personaggi del Giardino Giuliana Curletto

Nata a Torino nel 1941, Giuliana Curletto iniziò subito dopo la laurea la sua carriera di docente di lettere nelle scuole medie e superiori, distinguendosi per l’impegno a favore di un continuo miglioramento didattico nel settore dell’istruzione pubblica. All’interno del “Movimento di Cooperazione Educativa”, contribuì al perfezionamento e alla diffusione di metodi e strumenti didattici idonei a superare le difficoltà di apprendimento dei discenti provenienti da ambiti famigliari e sociali culturalmente sfavorenti. Non mancò inoltre di offrire il suo attivo supporto alle attività del Sindacato Scuola CGIL per il rafforzamento e la riqualificazione della scuola pubblica. La sua carriera di Dirigente scolastica iniziò nel 1976 come Preside Vicaria nella scuola media Antonio Gramsci di Cascine Vica a Rivoli. Successivamente, resse come Preside di ruolo la scuola media Leonardo da Vinci nel quartiere Falchera di Torino dal 1980 al1982, per poi passare alla direzione della Scuola Media Don Minzoni di Collegno. Collaborò con l’Amministrazione comunale di Collegno all’interno del Centro di Documentazione della Scuola e nel Settore Politiche Educative. Morì prematuramente a Rivoli il 20 febbraio 2000. [fonte: D.G. n.90/2013]

Alberi Presenti:

Acer negundo: 10
Prunus pissardii: 1

Parco Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa

PARCO GENERALE CARLO ALBERTO DALLA CHIESA

Dove

Descrizione

Il Parco Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa è spazio di gioco, di ritrovo, di passeggio, di svago, di incontro, un angolo da dedicare ai momenti liberi.

Il Parco Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa è un parco pubblico, che abbraccia la bellissima Certosa Reale, segno distintivo della città: un monastero benedettino che venne trasformato in Ospedale psichiatrico nel corso del ‘900, oggi sede di uffici, aule universitarie e nel quale prendono vita interessanti iniziative culturali, tra cui la mostra-mercato florovivaistica Follia in Fiore, che ha luogo ogni anno nel mese di marzo. Ogni viale del Parco è dedicato a un personaggio emblema di pace, tra cui Nelson Mandela e Mahtma Gandhi. (source: Marta Mariani, Walter Nicolino)

Ed ecco che nel polmone verde collegnese tutti i viali sono dedicati a personaggi-emblema di pace:

Personaggi del Parco Dalla Chiesa

– Piazza della Pace (1999), ex raccoglitore di acqua, posizionato in un punto centrale del Parco Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.
– Viale Mahtma Gandhi (2006), leader della lotta nonviolenta.
– Viale Aldo Capitini (2007), filosofo, politico, antifascista, educatore.
– Viale Rosa Parks (2008), attivista del movimento per i diritti civili.
– Viale Tom Benetollo (2009), leader del pacifismo italiano.
– Viale Rachel Corrie (2010), attivista statunitense.
– Viale Lanza del Vasto (2011), poeta, scrittore, filosofo, pensatore religioso e attivista nonviolento.
– Viale Wangari Maathai Ihithe (2012), ambientalista, attivista politica e biologa.
– Viale Paulo Freire (2013), pedagogista e teorico dell’educazione.
– Viale Nelson Mandela (2014), leader del movimento anti-apartheid in Sudafrica.
– Viale Peter Benenson (2015), fondatore di Amnesty International.
– Viale Emmeline Goulden Pankhurst (2016), attivista e politica britannica che guidò il movimento suffragista femminile del Regno Unito.

Ultimo aggiornamento: 06/05/2024, 09:28

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