A seguito dell'intervento di messa in sicurezza delle alberate nel Parco Dalla Chiesa, pubblichiamo alcune infografiche che rispondono alle principali domande poste dalla cittadinanza relativamente all'abbattimento e all'impatto del cambiamento climatico sugli alberi di Collegno.
Dallo stato delle alberate all’interno del Parco Dalla Chiesa, a seguito della
siccità dell’estate scorsa, è emerso l’urgenza di un intervento per
mettere in sicurezza il parco ed i suoi fruitori.
Infatti, nella dettagliata
relazione sullo stato fitosanitario della vegetazione arborea (link sopra) di circa 150 pagine si è provveduto ad esaminare l’intero stato di
salute della vegetazione arborea del parco e si evidenzia come, purtroppo, ben
111 esemplari su 2106 totali debbano essere abbattuti per ragioni di sicurezza
(essendo tutti esemplari di grandi dimensioni e di una certa età) e per motivi
fitosanitari.
In particolare, 84 piante sono
già morte e le restanti lo saranno a breve, a causa di una forte deperienza,
diventando potenzialmente rischiose in questo periodo caratterizzato sempre di
più da eventi atmosferici estremi.
Si tratta principalmente di abeti
rossi (Picea abies) per il 54% del
totale e faggi (Fagus sylvatica) per il 12%, seguiti da altre specie, quali
ligustri, betulle e altre conifere.
Le principali problematiche
riscontrate sono state: forte deperimento fisiologico con disseccamento delle
fronde, abbondanti essudazioni sul fusto, distacchi corticali, infestazioni di
insetti lignivori e infezioni fungine.
Le cause di tale moria vanno
ricercate nella straordinarietà degli eventi climatici della scorsa estate che
è stata la più siccitosa degli ultimi 270 anni con più di 70 giorni in cui la
temperatura giornaliera massima si è mantenuta superiore ai 30°C.
La combinazione climatica straordinaria ha quindi innescato dei fortissimi problemi
fisiologici di stress idrico sulla vegetazione arborea, soprattutto di quella
fuori areale, in parte già debilitata da una stagione invernale 2021-2022
particolarmente mite e anch'essa siccitosa.
Le due specie più colpite (faggi
e abeti rossi) sono infatti tipiche di fasce altimetriche e vegetazionali
superiori (rispettivamente Fagetum e Picetum del Pavari), dove le condizioni
mesoclimatiche sono completamente differenti da quelle della fascia pedemontana
piemontese (Quercetum del Pavari). Di conseguenza, a fine stagione vegetativa,
queste piante sono risultate più facilmente attaccabili da patogeni e
parassiti.
«Tutte le 111 piante saranno ripiantumate quest'anno» dichiara l’Assessore alla Città Sostenibile Enrico
Manfredi. «Siamo profondamente dispiaciuti per un intervento del genere, che muterà il volto
del nostro amato parco per diversi anni, ma l’incolumità delle persone viene
prima di tutto. Insieme ai nostri esperti incaricati e alla Soprintendenza
siamo però al lavoro per programmare delle sostituzioni che tengano conto sia
del valore storico dell’area, ma anche delle mutate condizioni climatiche che
impongo di trovare essenze più adatte e di usare accorgimenti che aumentino le
possibilità di attecchimento ” – conclude.